Arte e Solidarietà “Principe Myskin” offre uno spettacolo teatrale originale dal titolo “Kavod (il fegato)” con musiche dell’Est europeo eseguite dal vivo dal Quartetto Klez, mercoledì 21 aprile alle ore 21 presso il Teatro Bellinzona d’Essai,via Bellinzona,6 a Bologna ingresso libero.
Fare teatro non significa gratuite scenate né protagonismo.
Fare teatro è un lavoro umile,di finezza di cuore, dove tutto viene messo a nudo,è un lavoro coraggioso teso al candore.“Kavod (il fegato)” è un viaggio a volte arduo e molto duro a volte profondamente commuovente e struggente attraverso i processi di strutturazione e destrutturazione del sé. In scena c’è un solo personaggio, sotto il Tallit del silenzio dei cieli,rappresentato da diversi attori,che cerca di vedere la verità della propria nudità, tra l’irrefrenabile desiderio di libertà e l’angoscia di essa.
Un uomo che languisce per essere creativo di se stesso passando attraverso categorie assassine,dovendosi confrontare e scontrare intimamente con la suicidalità dentro di lui, con gli stereotipi diabolici sul suo destino prometeico correndo rischi estremi.
Attraverso la ribellione al veleno di morte nelle sue paure come nel proprio narcisismo,nell’ipocrisia e negli ambienti artificiali della superbia,nei quali l’uomo finisce per asservire ed annichilire il suo cuore di carne,attraverso il superamento della vergogna per la propria nudità,smascherata come appartenente alla superbia e principale ostacolo al gustare devotamente la bontà della creazione, l’abbandono senza riserve alla propria nostalgia di un cuore puro riesce a trovare la bellezza della sua differenza con Dio che è ciò che nello stesso tempo lo può rendere realmente simile a Lui in una vita originale nella propria libertà, in una creatività,che è la fede, con la quale plasma il suo cuore come un’opera d’arte unica ed irripetibile,lo perfeziona rendendolo semplice.
Insieme a quest’uomo è sempre in scena anche la presenza del Dio Vivente che si esprime con umiltà e poesia,che ispira libertà e si ribella a qualsiasi tentativo di distorsione della Sua identità,che è Kavod, la cui Porta del cuore è sempre aperta, perché non ci sia l’umiliante condizione del povero che deve bussare,perché è quel coraggio col quale ha scelto come essere, Rakamim, d’essere nudo,giullare dei cuori feriti e perciò vero curante. E Dio è vincente perché parla delicatamente alla libertà, gocce del profumo di Shabbat che sanno scavare la durezza del cuore e perché la libertà ama vie diritte,vie d’immensità,aspira a volare come il falco sul deserto.
In questo viaggio l’uomo impara,riconoscendo a Dio il fegato col quale ha scelto come essere a sorprendersi di se stesso trovando il coraggio del proprio puro amore, scoprendo che essere creatura è avere il fegato di essere creativo di se stesso e così irrompe lo splendido silenzio mistico.
La creazione è parità,Berit (Baruch ha Shem),non c’è servo né padrone,solo originalità di cuori d’artista,è nell’Incarnazione perché si possa essere nella pienezza della libertà davvero di se stessi, originalità come santificazione e farsi Shabbath come sposa del Messia,la perfezione nell’intimità orgasmica assoluta e inviolabile.
E in questo la propria anima come Kavod, inframmentabile,che nessuna prigione può trattenere,un bene per l’intera comunità,non un tesoro geloso, che un po’ assomiglia al coraggio del teatrante.